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Quando un italiano, spinto da una inconsueta e incoercibile voglia, desidera di leggere un libro, ricorre a uno dei modi seguenti:
- lo chiede in omaggio, con un pretesto qualunque, all’editore.
- lo chiede in grazioso dono all’autore.
- cerca di farselo regalare da qualcuno che l’abbia ottenuto gratis dall’editore o dall’autore.
- lo chiede in prestito a un amico, col segreto proposito di non restituirlo mai più.
- lo prende in prestito da una biblioteca pubblica.
- lo cerca in una biblioteca circolante.
- lo ruba, se gli riesce, in casa d’un conoscente o nella bottega di un libraio.
Sol quando tutti questi sette modi falliscono o si dimostrano impraticabili e impossibili, sol quando ogni tentativo di ottenere il libro senza spendere un centesimo è frustrato, soltanto allora il nostro italiano, se il desiderio o la necessità l’assillano, prende una decisione eroica e sceglie l’ultimo e disperato mezzo: compra il libro con i suoi denari.
Molta gente, in Italia, s’immagina – o fa finta d’immaginarsi – che un libro non ha un vero costo e che perciò si può chiederlo in dono senza pudori né rossori.
Codesti parassiti pensano che le cartiere forniscano generosamente la carta senza presentare fatture né spiccar tratte; che le fabbriche d’inchiostro seguano con entusiasmo questo mirabil costume mecenatesco; che le macchine per comporre e stampare siano offerte ai tipografi come strenne natalizie; che le società del gas e dell’elettricità non si curino mai di mandare le loro bollette a chi fabbrica volumi; che gli operai tipografi son mantenuti con tutte le loro famiglie, a spese di sconosciuti benefattori, senza mai pretendere salari e stipendi dai padroni delle stamperie; che gli editori, gli autori e i librai si nutrono d’aria colata, d’acqua piovana e di rugiada mattutina.
Credono, cioè, o fingono di credere che i libri non costino assolutamente nulla a chi li fa, e che perciò possono chiederli impunemente e serenamente in dono, come un fiore di campo o un sassolino del greto.Le disgrazie del libro in Italia, di Giovanni Papini, Vallecchi 1954.