Storia e storie dei territori. Memorie. Identità. Resistenza
ISSN: 2282-7536
- Collana di antropologia storica diretta da Lino Gambacorta
L’accezione di memoria che si intende tenere presente nella costruzione di questa collana di studi e ricerche ha una sua rappresentazione imprescindibile nei lavori di antropologia storica soprattutto di Nuto Revelli, oltre a vari riferimenti teorici nelle scienze umane del ‘900. La Memoria è intesa e trattata qui come testimonianza di vita da parte del corpo umano – le ‘cicatrici del corpo’, di cui parla Baudrillard –, resoconto di storie o parti di biografie inevitabilmente impregnato di imprecisioni, ambiguità e contraddizioni però insostituibile nella sua autenticità (ed è questa, dovere del ricercatore, da sondare, raccogliere, riportare).
Dice Zigmunt Baumann sull’identità: L’identità fa riferimento focale ai legami che connettono l’io ad altre persone e alla esigenza di stabilità nel tempo di questi legami; al bisogno di relazioni su cui poter contare, cui fare riferimento per definire se stessi. Una accentuazione di questo bisogno è la ricerca dell’identità coesiva; ossia l’adesione a regole stabilizzanti, il giudicare sulla base dei precedenti, del conosciuto o del garantito, il restare fedeli ad una logica di continuità e di riconoscibilità.
La capacità ‘fisica’ del resistere ha senso in questo contesto solo in relazione e intersecazione totale con la attitudine, la intenzione/tensione e la pratica anche politica e culturale (termini questi ultimi in definitiva non scindibili) della resistenza condivisa. C’è dunque la questione di ‘a chi’ si resiste e quello di ‘come’ si resiste. Nella prospettiva di questa collana, il resistere come atteggiamento, convinzione, costruzione di comportamenti e pratiche sociali considera la resistenza a ogni processo politico nel senso ampio (non meramente istituzionale) del termine esercitato come dominio (di fatto) omologante e improntato alla eliminazione delle differenze culturali, dei legami specifici e radicati con i vari territori, dei bagagli: di conoscenze, di organizzazioni comunitarie, di forme di economia, di rapporti con gli ambienti specificatamente naturali che rappresentano la sostanza ‘storica’ dell’identità delle realtà umane organizzate.
In definitiva, le storie dei territori, le storie vissute negli specifici territori che impregnano e dove si articolano le vicende collettive e le loro contraddizioni, non sono altro che la carne viva e permanente della storia, al di là delle macrocategorie semplificanti e dunque mistificanti e, per altro verso, degli ideologismi sterili e fuorvianti. Il senso centrale di questa iniziativa editoriale è allora proprio quello di fare parlare questa carne della storia.
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