Descrizione
Questo volume contiene l’edizione di due scavi condotti dall’insegnamento di Archeologia Medievale dell’Università Ca’ Foscari di Venezia nell’ambito del progetto Alta Valle del Tagliamento, iniziato nel 2004 e concluso nel 2011. Nel testo se ne spiegheranno meglio ragioni e finalità e il contesto di relazioni (anche personali) che ne sono state all’origine. Nel 2008, dunque a soli quattro anni dall’inizio delle ricerche in questo territorio, venne dato alle stampe il primo dei volumi che avevamo in animo di scrivere sulle nostre ricerche (il libro relativo agli scavi nel castello di Sacuidic). Questo secondo volume esce, invece, a diversi anni di distanza dal primo, anche in ragione del fatto che, nel 2011, il progetto si interruppe, soprattutto per la difficoltà a reperire fondi per la ricerca. In ogni caso, gli scavi che ci avevano impegnato di più, dopo l’originario interesse verso Sacuidic, potevano dirsi sostanzialmente conclusi (nella misura in cui ogni scavo possa davvero dirsi concluso) o comunque avevano già prodotto materiale sufficiente per consentirci di offrire una buona sintesi interpretativa. Questo libro trova una sua prima interna coerenza sul fatto che i contesti che si pubblicano si datano tra la tarda Antichità e il primo alto Medioevo: testimonianze archeologiche, cioè, che raccontano di un passato di questo territorio fino ad oggi quasi completamente ignorato. Due testimonianze, però (e lo abbiamo scritto più volte), hanno un peso documentario molto differente perché, pur vicine cronologicamente, illustrano l’una la congiuntura (Cuol di Ciastel) l’altra una storia di lunga durata (Andrazza). Esse, dunque, contengono significati diversamente spendibili nella ricostruzione degli assetti del popolamento di questa vallata (ma, si potrebbe anche aggiungere, delle vallate alpine nel loro insieme, nella misura in cui questo territorio, pur con tutte le sue peculiarità, rappresenta comunque uno spazio geografico e socio-antropologico generalizzabile): un castello tardo-romano, espressione di un potere centrale, funzionale a specifiche dinamiche politico-militari del tardo impero e una necropoli di una comunità locale che si affaccia alla storia verso la fine del VI secolo e che, molto probabilmente, rappresenta “in nuce” la cellula generatrice delle future comunità di questa porzione di vallata (Sauro Gelichi)