Descrizione
“I Cartaginesi, che avevano chiaramente gli dèi contro […] decretarono di propiziarsi con ogni mezzo gli dèi oltraggiati. E siccome non avevano accolto fra i loro culti né Kore né Demetra, nominarono loro sacerdoti i cittadini più insigni, innalzarono statue alle dee con ogni solennità e fecero sacrifici secondo il rituale greco”. Diod. XIV, 77, 4-5. Con queste parole Diodoro Siculo narra l’“importazione” del culto di Demetra, una delle più celebri divinità del mondo greco, nell’antica Cartagine. Lo storico attribuisce più precisamente la responsabilità di questo fenomeno all’empio generale cartaginese Imilcone, che violò il tempio della dea a Siracusa nel 397-396 a.C. Tuttavia, fu davvero così? Qual è la valenza storica di questa testimonianza, e quale è invece il ruolo dei dati archeologici nella composizione dell’affresco dell’incontro fra due civiltà, quella greca e quella punica, che dà luogo all’arrivo di Demetra nel mondo punico? Kalligeneia si ripropone di affrontare il tema volgendo lo sguardo al particolare caso-studio della Sardegna cartaginese, adottando una prospettiva interdisciplinare e per quanto possibile sistematica. Risultato è un compendio in cui gli strumenti epistemologici dell’archeologia, dell’antropologia culturale e della storia delle religioni si fondono per evidenziare gli attributi della divinità. Su tale premessa viene realizzato un vero e proprio catalogo di contesti archeologici sardi che intrattengono un rapporto più o meno stretto con la religiosità “demetriaca”. Ne deriva un ritratto del tutto particolare della dea della terra, che si colloca propriamente alla frontiera fra il mondo greco e quello punico.
Sommario
- Prefazione, di Bianca Maria Giannattasio
- Premessa
1. Stato della quaestio
- 1.1 Storia delle ricerche
- 1.1.1 La teoria della ricezione, o dell’accoglimento del culto “tel quel”
- 1.1.2 Teoria dell’interpretatio: alle radici del sincretismo
- 1.1.3 Il caso-studio sardo
- 1.2 Dalle fonti scritte ai dati archeologici
- 1.2.1 Diodoro: il problema di una testimonianza isolata
- 1.2.2 La difficile analisi delle fonti fenicie e puniche
- 1.2.3 Origini dei topoi letterari semitici nella tradizione religiosa dell’area siro-palestinese dell’età del Bronzo
- 1.2.4 Un – motivato – ritorno all’archeologia
2. La dea a Cartagine
- 2.1 Testimonianze epigrafiche rare e problematiche
- 2.2 Su alcuni controversi materiali ellenistici e romani
- 2.3 I bruciaprofumi a testa femminile: problemi di contesto (e non solo)
- 2.4 La favissa Delattre
- 2.5 E i porcellini?
3. Questioni di metodo: per un approccio insieme sistematico e simbolico
- 3.1 Demetra a confronto con le divinità fenicie: quale relazione sincretica?
- 3.2 Il culto greco di Demetra, un punto di partenza imprescindibile
- 3.2.1 Origini di una tradizione
- 3.2.2 Eleusi: il culto misterico
- 3.2.3 I thesmophoria: nel cuore del sacrificio cruento
- 3.3 Elementi distintivi dell’iconografia demetriaca
4. Marcatori iconografici e simbolici del culto di Demetra
- 4.1 I resti di porcellino
- 4.2 Le offerenti con porcellino (e fiaccola)
- 4.3 Le statuette cruciformi
- 4.4 I thymiateria a testa femminile kalathophoros
- 4.5 Un caso particolare: le statuine con collana di semi
5. Catalogo delle testimonianze demetriache della Sardegna
- 5.1 Premessa al catalogo
- 5.2 Contesti legati a Demetra
- Scheda 1: Genna Cantoni
- Scheda 2: Genna Maria Villanovaforru
- Scheda 3: Nuraghe Lugherras
- Scheda 4: Santa Margherita di Pula
- Scheda 5: Sant’Antioco
- Scheda 6: Serra-Murru Contone
- Scheda 7: Su Mulinu Di Villanovafranca
- Scheda 8: Tharros, Su Murru
- Scheda 9: Tharros, sporadici
- Scheda 10: Therreseu-Narcao
- 5.3 Contesti probabilmente legati a Demetra
- Scheda 11: Antas
- Scheda 12: Cagliari, via Malta
- Scheda 13: Monte Sirai
- Scheda 14: Su Campu’e sa Domu
- 5.4 Contesti dubbi
- Scheda 15: Olbia
- Scheda 16: Santa Cristina, Paulilatino
6. Rotte della diffusione del culto nell’isola al centro del Mediterraneo
- 6.1 L’interesse (non discriminante) dei dati monetali
- 6.2 Da Oriente a Occidente
- 6.3 Possibili centri di diffusione della religiosità demetriaca
7. Sintesi e discussione dei dati: proposta di definizione dei caratteri della religiosità demetriaca in Sardegna
- 7.1 Considerazioni sui dati ceramici
- 7.2 Riflessioni sui dati topografici e sull’assetto strutturale dei contesti
- 7.3 Sulla valenza topografica e soprattutto simbolica dell’acqua
- 7.4 Analisi degli indicatori del culto
- 7.4.1 Offerenti con porcellino
- 7.4.2 Cruciformi
- 7.4.3 Le statuette con collana di semi
- 7.4.4 I thymiateria a testa femminile kalathophoros
- 7.4.5 Testimonianze archeozoologiche del sacrificio dei porcellini
- 7.4.6 Ex voto, effigi di culto: poche certezze e molti dubbi
- 7.4.7 Materiali demetriaci distinti dagli indicatori
- 7.4.8 Elementi diversi, utili a caratterizzare il culto nella sua matrice femminile
- 7.4.9 Demetra e i culti salutari
- 7.4.10 Fenomeni sincretici dalla Sardegna, intorno alla dea della terra
8. Età romana: il culto della sarda ceres
- Appendice: tentativo di censimento dei busti di Cerere dalla Sardegna
Conclusioni
- Riflessioni sul metodo
- Intorno ai dati materiali e topografici
- La Demetra punica di Sardegna
Tavole
Bibliografia
- Abbreviazioni: autori e opere antiche e opere enciclopediche
- Abbreviazioni: titoli di riviste e opere enciclopediche