Descrizione
Nel corso di uno scavo condotto nei pressi di Cervia su un territorio destinato all’allevamento ittico, sono emersi numerosi oggetti in laterizio e tessere musive. Il rinvenimento casuale quanto insperato, ha imposto una seria ricognizione ambientale i cui risultati non si sono fatti attendere: si trattava del ritrovamento di un edificio di culto ben noto «perché testimoniato dalle fonti documentarie» ma della cui ubicazione e conformazione si era persa la memoria. Malgrado le difficoltà dell’esplorazione e del susseguente scavo «ostacolato soprattutto dalla natura del terreno» sono emersi i resti della chiesa altomedievale di S. Martino, databile alla prima metà del VI secolo. L’edificio, dopo due campagne di scavo, è chiaramente leggibile: si tratta di una chiesa di apprezzabili dimensioni, a pianta cruciforme con abside, arricchita di tessere musive policrome di scuola ravennate e fiancheggiata da portici lastricati in cotto. Dalle ricerche, condotte all’interno della chiesa e nell’area circostante, sono emersi reperti ceramici, vitrei, tubature fittili, monete, frammenti di epigrafi, attraverso i quali è stata possibile gettare una luce sulla formazione storica e artistica del territorio cervese.
SOMMARIO
- Presentazioni
- Introduzione
- S. GELICHI, P. NOVARA, S. Martino prope litus maris: individuazione, scavo e discussione della sequenza insediativa
- M. G. MAIOLI, Cervia, podere Mariona, i mosaici
- M. L. STOPPIONI, P. NOVARA, I materiali dello scavo
- Bibliografia