Descrizione
Il Catalogo della Mostra si configura come testo di aggiornamento sul popolamento della pianura bolognese in età romana nel settore settentrionale corrispondente oggi grosso modo al Comune di San Pietro in Casale. Questo territorio, grazie alle numerose, importanti e tra loro differenziate evidenze, offre diversi spunti di riflessione sul piano scientifico e al contempo si presta ad una illustrazione delle forme insediative di età romana di tipo didattico. La presenza di un percorso viario, solo parzialmente rimesso in luce dall’archeologia e citato dalle fonti storiche, l’antica Via Emilia Altinate (o Via Annia), che congiungeva Bologna all’attuale territorio padovano costituì un forte elemento catalizzatore, sia per una capillare occupazione territoriale agricola, sia per lo sviluppo di altre attività economiche funzionali alle città che la via metteva in comunicazione tra loro. In questo contesto non stupisce la presenza a San Pietro in Casale, in località Maccaretolo, di un centro abitato (vicus), probabilmente di notevoli proporzioni, che è stato oggetto di rinvenimenti di altissimo valore storico-testimoniale sin dai primi recuperi del XVI secolo. Attraverso una ricucitura dei dati sinora noti e delle testimonianze disponibili si vuole restituire un’immagine complessiva di questo territorio così ricco di fermenti e presenze durante il periodo romano, tanto da poter offrire una complessità e molteplicità di punti di vista, che pochi altri settori della pianura bolognese possono proporre per lo stesso periodo.
Già il titolo del Quaderno dedicato dalla Soprintendenza all’Archeologia (ora Archeologia, Belle Arti e Paesaggio) dell’Emilia Romagna, a cura di Tiziano Trocchi e Raffaella Raimondi, è emblematico della problematicità delle interpretazioni che gli studiosi hanno nel tempo dato dei numerosi e ricchi rinvenimenti dell’area gravitante attorno all’attuale centro di San Pietro in Casale. Via, villa, vicus?… ma si potrebbe aggiungere anche mansio, la stazione di sosta e di posta lungo gli itinerari viari dell’età romana.
Del resto il fascino della ricerca archeologica sta spesso nella sua caratteristica di richiedere a chi la pratica una capacità di adattare il proprio modo di pensare alle continue novità che i ritrovamenti aggiungono nel corso del tempo alle nostre conoscenze, spesso costringendo a rivedere le proprie posizioni e ad aggiornare le interpretazioni ad una nuova realtà.
Il territorio di San Pietro in Casale si presta particolarmente a questo tipo di indagine perché il numero e la qualità dei ritrovamenti recenti e meno recenti ha consentito da tempo di individuare nell’area la presenza di un percorso viario che da Bologna e, quindi, dalla Via Emilia conduceva a nord, oltre il Po e verso il territorio del popolo amico ed alleato dei Veneti e alle loro città ricche di tradizione addirittura dall’età protostorica. Nell’età imperiale, con l’acquisizione di nuovi territori transalpini, ricchi di materie prime, come il Norico e la Pannonia, le comunicazioni tra Roma e l’Italia nord-orientale diventarono ancora più importanti e strategiche, sul piano economico e su quello militare.
Alla ricerca archeologica e allo studio dei ritrovamenti recenti, sia di carattere funerario che di carattere residenziale, spetta valutare, anche con una discriminazione cronologica non secondaria, qual’era il livello insediativo che indubbiamente in questo territorio si era sviluppato approfittando delle opportunità itinerarie. Una o più ville o insediamenti agricoli di diversa funzione? Una stazione di posta e rifornimenti, la mansio per il cambio e la verifica dei mezzi di trasporto, carri e animali di diverso tipo a seconda delle funzioni? O addirittura un centro abitato, un vicus? Senza escludere la possibilità di evoluzioni interne a questa scala di possibilità.
Solo lo studio e l’edizione sistematica degli scavi ci darà la possibilità di scegliere tra le diverse ipotesi. Ed è quello che questo volume e la Soprintendenza si propongono, consci che solo dalla conoscenza discendono una opera corretta di tutela e una valorizzazione intelligente.
Luigi Malnati, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara