Descrizione
Il volume si apre con il bel saggio di Fabrizio Sommaini, dedicato alla deruralizzazione di Roma, dalla Roma dei Papi, “città di monumenti e di orti” nel XVII-XVIII secolo a Roma Capitale del Regno d’Italia. In questa radicale trasformazione del townscape romano avvenne la cancellazione di enormi granai e fienili urbani, sacrificati al rinnovamento della città. In precedenza, il Catasto Pio-Gregoriano (1816-1835) censisce quattrocento di queste infrastrutture, spesso ottenute dalla rifunzionalizzazione di edifici antichi, meno frequentemente realizzate ex novo. Fabrizio Sommaini sottolinea come i grandi fienili e granai urbani di Roma iniziarono a essere demoliti già durante la dominazione francese della città, nella prospettiva della modernizzazione di Roma, un obiettivo ben presente nell’agenda del governo francese, per il quale l’aspetto rurale e pittoresco dei quartieri centrali si scontrava con l’idea di una città come centro del potere.
L’articolo di Fabio Lorenzetti verte sul contributo della cartografia storica per lo studio del paesaggio suburbano della città dell’Aquila fino a metà Novecento, alle soglie della più pesante trasformazione urbanistica. La cartografia storica e le fonti scritte forniscono preziose informazioni, anche in rapporto a quelli che sono gli usi attuali delle aree, utili per un’analisi comparata tra fonti di natura differente e per evidenziare la complessità del paesaggio suburbano aquilano, tra mulini, monasteri, insediamenti rurali, strade, ponti, cascine, terreni coltivati, vigneti, osterie e laghi artificiali per l’allevamento ittico.
Stefano Calò e Domenico Caragnano, nello scenario del territorio di Otranto post distruzioni e saccheggio turco del 1480, discutono vicende di alcuni ambienti ipogei preesistenti, che nel XVI secolo assunsero le funzioni di chiesa di Santa Maria delle Grotte. L’articolo inquadra il caso di studio in una visione ampia e aggiornata del patrimonio insediativo rupestre e sofferma l’attenzione sugli affreschi di soggetto devozionale (con date 1554) e sulla documentazione fotogrammetrica 3D delle evidenze architettoniche.
Ancora nel Salento, il saggio di Eda Kulja analizza un interessante nucleo di pipe in terracotta dal frantoio ipogeo del Palazzo Baronale di Caprarica di Lecce, che l’A. inserisce nel quadro di analoghi ritrovamenti pugliesi (Lecce, Nardò, Corigliano d’Otranto, Racale), con particolare riferimento a pipe in corpo ceramico rosso, raffiguranti copricapi militari ispirati alla figura dei granatieri borbonici.
Giuliano De Felice presenta una ricerca di Conflict Archaeology della II Guerra Mondiale, dedicata all’aeroporto americano di Pantanella (Canosa di Puglia), una delle trenta basi aeree americane nella Puglia settentrionale, dopo il Settembre 1943. Nonostante l’aeroporto occupasse negli anni 1943-45 una superficie rilevante (20 km²), la successiva conversione dei terreni a uso agricolo enfatizza il ruolo della fotointerpretazione aerea nell’identificazione delle piste, degli accampamenti delle tende dei militari e di qualche edificio. Alcuni dei cinquantatré edifici dell’aeroporto sono stati riutilizzati per scopi agricoli, dopo l’abbandono dell’aeroporto nel Maggio del 1945. Il saggio investe infine i temi della memoria dei luoghi, vivissima nei reduci sopravvissuti e opaca nell’attuale consapevolezza del territorio.
Segue la sezione “Archeologia Postmedievale in Italia”, con schede di ricerche distribuite su 11 regioni (Piemonte, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria e Sardegna) e 22 Province.